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A tu per tu con Carlo Dalmonte, nuovo componente del Consiglio di Amministrazione della Banca
È l’attuale Presidente del Gruppo Caviro, è impegnato in Confcooperative sia a livello territoriale che nazionale, ed è un imprenditore agricolo di lunghissima esperienza: Carlo Dalmonte entra nel Consiglio di Amministrazione della BCC come rappresentante della cooperazione ed ha accettato questo incarico, come ha detto lui stesso a poche settimane dalla nomina, “con grande rispetto, umiltà e senso di responsabilità”.
Cosa si aspetta da questa esperienza?
“Questi primi mesi mi serviranno soprattutto per prendere confidenza con un ruolo di grande responsabilità. LA BCC è una Banca importante, lo dice la sua storia, lo dicono i numeri. Quindi, prima di poter offrire il mio contributo, devo necessariamente mettermi in ascolto e comprenderne le esigenze e gli obiettivi. Poi, ovviamente, spero di essere all’altezza di rappresentare in C.d.A. il mondo cooperativo territoriale, in particolare di quello agroalimentare, riportandone bisogni e aspettative”.
A questo proposito, può fare un parallelo tra il suo percorso personale e questo incarico da amministratore? Qual è l’esperienza che porterà in dote?
“Direi quella maturata nel mondo cooperativo a vario titolo. La stessa BCC è una banca cooperativa ed è sicuramente uno dei motivi che ha spinto i Soci a scegliermi. E poi direi la mia esperienza come imprenditore agricolo, in particolare quella maturata nella Dalmonte Vivai: un tipo di imprenditoria altrettanto complessa se raffrontata a quella cooperativa”.
Qual è, secondo lei, il ruolo delle BCC sul territorio?
“Il ruolo delle Banche di Credito Cooperativo è interpretare le esigenze e farsi promotrici dello sviluppo del territorio. LA BCC, sin dalla fondazione, ha sempre dimostrato di saper tenere fede a questa mission. Credo che nei prossimi anni questo ruolo diventerà, se possibile, ancora più importante e se la Banca continuerà ad essere un punto di riferimento per l’imprenditoria locale e per il tessuto sociale, sarà in grado di sostenerne sempre la crescita”.
Di cosa hanno bisogno oggi il tessuto sociale e imprenditoriale locale?
“È noto a tutti che questi ultimi due anni sono stati estremamente complessi e l’ente pubblico ha fatto molto per sostenere le imprese e i cittadini. Ma l’assistenzialismo va bene nei periodi di emergenza, non può diventare lo standard, perché il sistema non reggerebbe. Basti pensare al settore agroalimentare che, purtroppo, in questi anni non ha ricevuto l’attenzione che si aspettava e che meritiva e, quindi, ha vissuto momenti di profonda crisi. Quindi, per rispondere, oggi il tessuto sociale e imprenditoriale hanno bisogno di enti che siano in grado di sostenere la progettazione di medio-lungo periodo, che sappiano interpretare i bisogni e scegliere con competenza le risposte più adeguate. E questo LA BCC lo ha sempre saputo fare molto bene”.