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01/06/2022
Guardando al futuro: da Secondo Ricci a Giuseppe Gambi

La mia esperienza in BCC

Secondo Ricci saluta i Soci e il Consiglio: “Tutti abbiamo lavorato in questi anni per il bene del nostro territorio”.
Il mio impegno nel sociale inizia in gioventù negli anni ‘70, prima in Azione Cattolica poi in Consiglio Comunale a Faenza come Consigliere e nel sindacato dei Coltivatori Diretti. E’ in quegli anni che conosco i fondatori della Cassa Rurale di Faenza (la “Banchina”), da Giovanni Dalle Fabbriche a Giuseppe Albonetti e tanti altri del Consiglio. Sono gli anni di crescita della cooperazione agricola e in altri settori con esperienze positive, ma anche tante difficoltà. Continuo a lavorare al fianco del gruppo dirigente per lo sviluppo della cooperazione e assumo la presidenza di Coldiretti a Faenza.

Nel 1980 vengo cooptato nel Consiglio della cooperativa agricola PAF, di cui Dalle Fabbriche è Presidente. Tre anni dopo mi viene proposto di fare il Presidente per sostituire Dalle Fabbriche impegnato in incarichi istituzionali a Roma ed in Federcasse. Il confronto quotidiano dei tanti impegni con Dalle Fabbriche mi permette di arricchire le mie conoscenze delle Casse Rurali e della cooperazione in generale. In quegli anni approfondisco lo spirito originario della nascita delle Casse Rurali, la loro missione, promossa dai sacerdoti nelle varie parrocchie per aiutare i più poveri, che dalle altre banche non erano considerati.

Nel 1988 mi viene chiesto di entrare nel Consiglio di Amministrazione della Cassa Rurale di Faenza in sostituzione di un consigliere dimissionario. Non ero entusiasta della richiesta in quanto non mi sentivo preparato nel settore del credito per mancanza di studio specifico, avendo una preparazione legata al settore agricolo. La “Banchina” cresce in quegli anni acquisendo consenso sul territorio ed iniziano le aggregazioni delle casse rurali più piccole attorno a noi diventando così la più grande in Emilia-Romagna. Abbiamo guidato la Banca facendo molta attenzione alla gestione e niente favoritismi a raccomandati o amministratori. L’attenzione ai risultati di bilancio è necessaria perché senza quelli non si fanno gli interessi né dei soci né dei clienti. Abbiamo difeso la rappresentanza dei vari territori e previsto la costituzione dei Comitati Locali per le segnalazioni dei nuovi soci e la gestione della beneficenza e delle sponsorizzazioni delle varie iniziative. Nel 1992 improvvisamente muore il Presidente Dalle Fabbriche e mi propongono di fare il Presidente con i relativi incarichi in Federazione Regionale e presenza nei vari organismi cooperativi.

È un peso non piccolo, che si aggiunge non solo per il tempo richiesto ma per la responsabilità. Si comincia a parlare della necessità di nuove dimensioni delle banche locali in generale per ridurre i costi di gestione. In Provincia di Ravenna la Confcooperative con la presidenza Preda invita le cooperative associate a lavorare in questa direzione. Nasce quindi Intesa per le cooperative agricole ortofrutta e vino e dopo poco anche tre delle quattro Casse Rurali ed Artigiane del ravennate danno vita alla Cassa Rurale Provincia di Ravenna. Francesco Scardovi è nominato Presidente ed inizia la nostra crescita come impresa. Pochi anni dopo si aggiunge la realtà di Imola e diventiamo ravennate e imolese. Fondamentali sono gli accordi di rappresentanza territoriale di gestione della beneficenza, di aiuti al territorio, rispettati negli anni. Da Casse Rurali con la riforma diventiamo Credito Cooperativo e poi BCC. Si arriva all’accordo con Forlì e poi ad incorporare le 11 Filiali ex BRC. Siamo alla BCC di oggi ravennate forlivese e imolese.

Quando penso alle tante banche popolari o Casse di Risparmio con una storia più vecchia della nostra che in Romagna non esistono più come banche locali, mi rendo conto che tutti, dipendenti e amministratori, abbiamo lavorato in questi anni per il bene del nostro territorio. In una cooperativa di credito il socio di riferimento è il territorio in cui operiamo e a cui riconosciamo il nostro aiuto grazie alle disponibilità di bilancio.
Oggi siamo associati alla Capogruppo Iccrea assieme ad altre 120 BCC italiane con un patto di coesione che ci coordina a lavorare in sinergia. Come Consiglio di Amministrazione da diversi anni abbiamo deciso di adottare una direttiva di Federcasse per favorire il ricambio degli amministratori, definendo un numero massimo di mandati come presenza in Consiglio di Amministrazione. Non tutti hanno gradito o adottato questo orientamento, ma è l’unico modo per rinnovare la classe dirigente. È terminato, quindi, il mio mandato come amministratore. Resto un Socio attivo, osservatore attento ad una cooperativa di credito a cui ho dedicato tanto tempo ed auguro ai nuovi amministratori un buon lavoro e buoni risultati.

Secondo Ricci
Presidente C.d.A. dal 2010 al 2022
 

La lungimiranza di chi ci ha preceduto consente di guardare al futuro con ottimismo

Il nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca riflette sul percorso che abbiamo davanti.
Il Consiglio di Amministrazione del 29 aprile 2022, riunitosi al termine dell’Assemblea dei Soci, ha provveduto a nominarmi Presidente e a nominare l’Ing. Gianni Lombardi come Vice Presidente della Banca. La mia esperienza nella nostra BCC come consigliere risale al 2010 e dal 2016 ho ricoperto il ruolo di Vice Presidente. Dal 2019 sono membro del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ICCREA Banca S.p.A.

Il mio sentito ringraziamento, anche a nome del Consiglio di Amministrazione, va al Presidente Secondo Ricci per il suo operato che ha permesso alla nostra BCC di posizionarsi tra le prime banche di Credito Cooperativo italiane. Lui rimane per tutti noi un esempio per l’onestà, l’equilibrio, e soprattutto per la tenacia nel credere e lavorare per lo sviluppo della cooperazione, con la consapevolezza che la cooperativa è un valido strumento per far crescere il territorio ed aiutare le persone che in esso vivono. Grazie anche alla sua lungimiranza e a quella di molti altri “pionieri” come lui, uno fra tutti il compianto Cavaliere Giovanni Dalle Fabbriche, si sono potute realizzare molte delle fusioni che hanno dato origine alla nostra attuale BCC, che riunisce sedici Casse Rurali ed Artigiane, alcune delle quali risalenti alla fine dell’800.

È stato anche un sostenitore della nascita del Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA, a cui oltre alla nostra BCC aderiscono attualmente 122 BCC in tutta Italia. Partecipare ad un grande Gruppo Bancario, con un attivo patrimoniale consolidato di circa 180 miliardi di Euro e un patrimonio di dotazione di oltre 10 miliardi di Euro, 850.000 soci e oltre 3 milioni di clienti, rappresenta un indiscutibile vantaggio per i nostri soci: infatti, il Gruppo garantisce per le obbligazioni delle singole BCC consentendoci inoltre di realizzare economie di scala e di fornire ai soci un servizio migliore, caratterizzato da una più ampia gamma di prodotti finanziari e di opportunità. Evidenzio che si tratta di un gruppo a capitale interamente italiano, quarto in Italia per dimensioni e secondo per numero di filiali.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione continuerà ad ispirarsi agli ideali fondanti della nostra cooperativa che, come indicato nel nostro statuto, hanno come obiettivo quello della “crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale operiamo” distinguendoci per il nostro “orientamento sociale e per la scelta di costruire il Bene Comune”.

Sarà nostro obiettivo prestare la massima attenzione alle famiglie e alle piccole e medie imprese, come è ormai tradizione consolidata da sempre. Una tradizione che parte da molto lontano, come ci ha ricordato alcuni anni fa il Cardinale Ersilio Tonini che, parlando delle origini delle nostre banche di Credito Cooperativo, disse: “Le Casse Rurali sono nate da una scommessa. Forse da un’utopia. In molti libri contabili delle Casse più antiche si legge che il primo prestito venne fatto per l’acquisto di un aratro o di un maiale. La scommessa non era che quella somma potesse essere restituita, o almeno non solo quella. La scommessa era che da un aratro o da un maiale potesse cambiare la vita delle persone, potesse iniziare il loro sviluppo, non solo la loro crescita economica, ma proprio il loro miglioramento.”

Ed è proprio a questi ideali che continueremo ad ispirarci, con l’obiettivo di riuscire sempre a mettere al centro le persone.

Giuseppe Gambi
Presidente C.d.A.

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