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Camera di commercio di Ravenna: riunito il Tavolo dell'Economia e del Lavoro insieme agli Istituti di credito della provincia (tra cui LA BCC ravennate forlivese e imolese) per analizzare e affrontare le conseguenze economiche dell'emergenza da Covid-19
Grande disponibilità da parte di tutti i soggetti, Istituzioni, Tavolo dell'Economia e del Lavoro e Istituti di credito, a fare ciascuno la propria parte per affrontare questo momento di emergenza, nel nome della coesione che la comunità locale ha sempre dimostrato. Questo è il messaggio forte emerso nel corso dell'incontro che si è tenuto questa mattina nella sede della Camera di commercio di Ravenna, convocato con urgenza dal suo presidente Giorgio Guberti, insieme al presidente della Provincia Michele de Pascale, alla presenza degli Istituti di credito della provincia, del Tavolo dell'Imprenditoria provinciale e delle Organizzazioni sindacali.
“Le conseguenze economiche di questa crisi – evidenzia Giorgio Guberti – saranno pesanti e non riguarderanno esclusivamente la cosiddetta zona rossa. La situazione va affrontata in modo compatto, con il coinvolgimento di tutti gli attori che, sui vari fronti, possono agire per favorire la ripresa delle attività economiche. Proprio ieri ho chiesto che il sistema camerale regionale, attraverso l'Unioncamere Emilia-Romagna, solleciti con urgenza un tavolo di coordinamento regionale che, oltre all'Amministrazione regionale e Unioncamere, coinvolga il tavolo dell'Imprenditoria regionale, l'ABI, l'Agenzia delle Entrate e l'Agenzia per la riscossione con l'obiettivo di mettere in atto misure a sostegno delle nostre imprese, di ogni settore economico, a prescindere dalla loro localizzazione nei territori maggiormente colpiti”.
"Siamo consapevoli che la materia del credito è molto delicata, ma insieme al presidente Guberti abbiamo ritenuto assolutamente necessario mettere in atto un momento di confronto tra sistema delle imprese e mondo credito locale – sottolinea il presidente della Provincia de Pascale - Come enti locali al momento stiamo lavorando su due linee. La prima, quella più immediata, è cercare di lasciare alle famiglie e alle imprese il massimo della liquidità possibile; per quello che riguarda il Comune, il primo atto che abbiamo fatto, ancor prima di studiare le singole misure, è quello di cercare di posticipare tutte le scadenze delle imposte. Sulla seconda linea, stiamo lavorando con il Governo su un primo provvedimento principalmente indirizzato agli strumenti di cassa integrazione in deroga per la copertura di tutte quelle quelle imprese il cui settore è in fortissima difficoltà, ma anche su una serie di misure sulla fiscalità, in merito alle quali Regioni, Comuni e parti sociali hanno già presentato al Governo un pacchetto di richieste molto corposo. Quello che chiediamo a tutti gli istituti di credito, nei limiti della loro possibilità è di sostenere il sistema delle imprese delle nostre famiglie. Qualsiasi iniziativa in questo frangente che congeli rate e pagamenti e che consenta alle imprese di mantenere il respiro, è preziosissima. Sulla sensibilità degli istituti di credito siamo fiduciosi avendo letto le dichiarazioni del Comitato di Presidenza dell'ABI, sotto la Presidenza del nostro concittadino Antonio Patuelli".
A fronte del grido d'allarme lanciato da tutte le Associazioni di categoria e dalle Organizzazioni sindacali nell'evidenziare la situazione difficile, in alcuni casi drammatica, che gli imprenditori e le famiglie stanno vivendo e chiedendo con forza che ciascuno, Istituzioni, enti locali e banche, faccia la propria parte per dare sollievo alla grave crisi di liquidità, gli interventi degli Istituti di credito hanno sottolineato la disponibilità ad un coordinamento costante con le Autorità e le categorie economiche, e la portata degli interventi messi in atto per fronteggiare la crisi: sospensioni dei mutui di 6/12 mesi e messa a disposizione di linee di credito ad hoc per aziende e famiglie, oltre a misure specifiche per il mondo dell'impresa quali la disponibilità ad anticipi sulla cassa integrazione e moratorie di 120 giorni per l'import.
Un appello unanime dal mondo del credito: occorre modificare le condizioni sulle esposizioni creditizie oggetto di concessione che, ad oggi, al di fuori delle zone in cui è stata dichiarata la calamità naturale, vanno ad incidere sul conto economico della banca e penalizzano le imprese che ne beneficiano, in termini di merito creditizio.
Il Tavolo dell'economia e del lavoro resta convocato, pronto a nuovi costanti aggiornamenti, con l'auspicio che il ritorno alla normalità sia più veloce di quanto ci si aspetti.